Il giglio bianco – lilium candidum – è una delle varietà più diffuse della famiglia delle Liliaceae. Le notizie sul suo arrivo in Italia sono poche e frammentarie: si pensa che sia originario delle zone semi-desertiche, tra Turchia e Afghanistan, e che sia arrivato in Grecia grazie ai fenici; diffusosi nei Balcani, probabilmente arrivò in Italia grazie ai Romani. Dall’importazione si è sparso rapidamente in tutto il Sud Italia, diventando una pianta spontanea.
Questo splendido fiore si riconosce per la caratteristica forma a tromba, i petali bianchi e le antere gialle. La fioritura avviene in genere tra giugno e luglio.
Leggende sul giglio bianco
I miti e i racconti sulla nascita del giglio bianco si rincorrono dalla Notte dei Tempi: quando Eva dovette abbandonare il Giardino dell’Eden versò calde lacrime di pentimento da cui spuntarono i gigli.
Secondo un mito greco, invece, Ercole era figlio di Zeus e della mortale Alkmene, ma Zeus pretese che fosse sua moglie Hera ad allattarlo per donargli l’immortalità. Hera si rifiutò di allattare il figlio di un tradimento del marito, per cui il bambino le venne attaccato mentre dormiva. Durante l’allattamento, alcune gocce caddero a terra dando vita a splendidi fiori bianchi, i gigli.
Stando alla Bibbia, il giglio cresceva spontaneo e rigoglioso nel giardino del Getsemani, dove Giuda tradì Gesù condannandolo. Nel giorno della morte, le lacrime e il sudore di Gesù caddero dalla croce e in quel punto sarebbe nata una pianta di gigli bianchi. Inoltre, quando le donne si recarono sulla tomba di Maria a tre giorni dalla morte, questa era ricoperta di gigli bianchi; non è un caso che nell’iconografia cattolica il giglio bianco sia il simbolo della purezza della Vergine e che abbia rappresentato per secoli i Templari.
Il giglio è da circa mille anni il simbolo della città di Firenze e su questa particolare simbologia esistono due ipotesi: la prima è che i Romani l’abbiano assegnato alla città durante la sua fondazione per omaggiare la dea Flora, mentre stando alla seconda, il nome di Firenze si lega al giglio nella persona di Fiorino, il fondatore e pretore romano morto durante l’assedio di Fiesole.
Il giglio bianco nel linguaggio dei fiori
Rustico e resistente, nel linguaggio dei fiori il giglio bianco è simbolo di purezza per antonomasia, per questo in passato veniva usato per decorare i corredi nuziali delle giovani spose e per allestire le decorazioni nel luogo in cui avvenivano le celebrazioni. Ancora oggi è uno dei fiori più richiesti per i matrimoni.
Proprietà del giglio bianco
In ambito cosmetico, l’uso del giglio bianco è molto comune. Grazie alle sue proprietà emollienti, lenitive e bio-attivanti, i suoi estratti sono particolarmente indicati per dare sollievo a pelli arrossate, ustionate o affette da pruriti, eczemi e dermatosi.
L’effetto protettivo e idratante vede l’estratto di giglio bianco come un componente importante delle creme da giorno ed è particolarmente indicato per la formulazione di prodotti per la cura quotidiana delle pelli sensibili e soggette ad acne. Inoltre, grazie alla sua fragranza dolce e delicata, si ritrova molto nei profumi femminili e per la profumazione della biancheria.
Coltivazione del giglio bianco
Il giglio bianco è una delle piante profumate più amate per il profumo intenso e le splendide fioriture estive. A dispetto della sua bellezza, che farebbe presumere una pianta di difficile coltivazione, il giglio bianco è davvero semplice da curare e far fiorire in maniera ottimale.
A differenza delle altre varietà, il bulbo del giglio bianco va interrato appena sotto la superficie del terreno, in modo tale che il calore del sole possa raggiungerlo fin da subito; il terreno deve essere fresco e ben drenato, ricco di componenti calcaree. L’esposizione ideale è a mezz’ombra ed è bene ricordare che il giglio bianco non ama le annaffiature eccessive.
Di norma, la fioritura a terra inizia a giugno e dura fino a estate inoltrata, configurandosi come una delle più lunghe e abbondanti. Per ottenere delle splendide macchie fiorite in giardino, il consiglio è di piantare i bulbi in gruppi di cinque.
Con qualche accorgimento il giglio bianco può essere coltivato con successo anche in vaso per un balcone fiorito e profumato. Sul fondo del vaso è bene posizionare un fondo di ghiaia o sfere di argilla espansa che evitino pericolosi ristagni. Il terriccio deve essere morbido e le annaffiature vanno effettuate in base allo stadio di crescita del fiore: si inizia annaffiando con moderazione e si aumenta fino alla piena apertura del fiore. L’annaffiatura ideale prevede che il terreno rimanga umido, ma mai bagnato.
Nel caso in cui le piante raggiungano altezze importanti – possono arrivare anche a due metri – sarà opportuno usare un sostegno per evitare che pioggia, grandine o vento forte possano rovinarle o spezzarle.
Se coltivate correttamente, le piante del giglio presentano steli lunghi e forti su cui crescono le foglie. Queste si distinguono per la forma lanceolata e la consistenza carnosa. I fiori si compongono di sei petali molto aperti e odorosi e presentano caratteristiche antere gialle.