Il narciso è uno dei fiori dalla simbologia più potente. Il suo nome deriva dal termine greco "narkào" che significa "stordisco", con probabile riferimento all'odore molto intenso emanato dai boccioli.
Protagonista di miti e leggende appartenenti a diverse culture, il narciso è emblema di particolari sfaccettature dell'animo umano. È considerato portatore di auspici buoni, ma talvolta anche cattivi: scopriamoli insieme nel dettaglio.
Caratteristiche dei Narcisi
Originario di Asia, Nord Africa ed Europa, introdotto col tempo anche in Cina, il narciso è una pianta a bulbo; la sua diffusione copre oggi tutti i continenti.
Consta di molte varietà, ma la più comune è caratterizzata da foglie lineari e due corone: una esterna, a sei petali bianchi e grandi, e una interna, di un intenso colore giallo e di dimensioni ridotte. La fioritura spontanea avviene tra marzo e giugno, su terreni che godono di una buona esposizione alla luce solare.
La narcisina, alcaloide velenoso contenuto nel bulbo e nelle foglie di questo vegetale, se ingerita è nociva sia per gli animali che per l'uomo.
Particolarmente apprezzato per decorare aiuole, giardini e terrazzi, trova un impiego frequente anche nell'industria dei profumi, per l'inebriante e inconfondibile odore che lo contraddistinguono.
Il narciso nelle varie culture
Per i Celti, i narcisi simboleggiavano la purezza, ma quando ne compresero la potenziale tossicità, si diffuse la voce che tali fiori fossero in grado di assorbire i pensieri più malvagi degli esseri umani. Secondo l'antica cultura ebraica, invece, questa pianta simboleggia la bellezza e la fertilità della donna.
I narcisi nel mito greco
Il famoso mito greco di Narciso, poi, narra di un bellissimo giovane, il quale s'innamora della propria immagine riflessa in uno specchio d'acqua e, nel tentativo di abbracciarsi, muore annegato. In estrema sintesi, la concentrazione su di sé preclude il protagonista da qualunque reale comunicazione con gli altri, e in sua assenza è impossibile ravvisare vero amore: ecco dunque che tale mancanza viene punita dagli Dei. Sulla riva del lago dove, fino a poco prima giaceva il ragazzo, resta soltanto un bellissimo fiore, a futura memoria di tanta avvenenza, ma anche come monito del suo atteggiamento sbagliato.
Questi fiori venivano impiegati nei culti infernali e, con una loro ghirlanda, si riteneva perfino di poter placare l'ira delle Furie.
Il termine "narciso", tra l'altro, ha la stessa origine della parola narcosi (l’olio estratto dalla pianta era considerato un formidabile sonnifero). Ancora oggi, con l'espressione "narcisista" si indica colui che ama solo sé stesso, ma non sa amare gli altri.
La leggenda è stata celebrata, nel tempo, da numerosi artisti: tra tutti ricordiamo il seicentesco pittore francese Nicolas Poussin, ma anche, ai primi del '900, il britannico John William Waterhouse, noto soprattutto per i soggetti mitologici in stile preraffaellita.
I narcisi per i Romani
Gli antichi Romani immaginavano il loro paradiso, chiamato "Campi Elisi", come un immenso prato pieno di narcisi, pertanto li sceglievano per omaggiare i cari defunti. In Galles il narciso è conosciuto anche come "giglio di quaresima", con riferimento al periodo della fioritura. In queste terre si ritiene che un'efflorescenza precoce preannunci un anno di prosperità e ogni 1° marzo, giorno di San Davide, gli uomini usano appuntarne un esemplare sul bavero della giacca.
I narcisi in Cina
Il capodanno cinese corrisponde al periodo di massimo splendore della pianta: ecco perché, in Cina, questo fiore simboleggia fortuna, rinnovato vigore e prosperità per l'anno che sta iniziando; nello specifico, rappresenta la valorizzazione del potenziale interiore, il talento nascosto messo a frutto, il quale puo' anche assicurare il giusto riconoscimento nella carriera, infatti si usa regalarli come buon augurio a chi inizia un nuovo lavoro oppure spera in un avanzamento professionale.
Oltreoceano il narciso è legato a una leggenda molto particolare: fin dai secoli scorsi si credeva che imbattersi nella fioritura di un solo bocciolo, portasse sfortuna per un intero anno.
I narcisi per il Cristianesimo
Nelle celebrazioni della Santa Pasqua, il fiore simboleggia, per i cristiani, la rinascita, la gioia della risurrezione di Gesù Cristo, dopo la crocifissione, ma rappresenta anche l'amore eterno e incondizionato di Dio, contrapposto a quello egoistico e volubile degli uomini.
Sono giunte a noi numerose testimonianze iconografiche, risalenti e successive al medioevo, tra le quali è doveroso menzionare la "Madonna dei Narcisi con il Bambino e i Donatori" (olio su pannello, 1535 ca.) del pittore olandese Jan van Schorel (o Scorel).
Cosa simboleggia il narciso e il valore di oggi
In tempi più recenti, il nostro protagonista è stato scelto come strumento di raccolta fondi, da numerose associazioni impegnate nella lotta contro i tumori: capostipite di una così onorevole e filantropica tradizione fu la Canadian cancer Society, che istituì il "giorno del narciso", nel mese di marzo del 1957: da allora, in tale ricorrenza, questa pianta viene offerta come simbolo di speranza e di nuova vita, in cambio di una donazione.
Nel linguaggio dei fiori, regalare narcisi a qualcuno, in linea generale, significa chiedere perdono o riconoscere e apprezzare l'altrui onestà; è altresì la scelta più consigliata se si vuole omaggiare una persona vanitosa...ma dalla bellezza irresistibile.
Un'ultima curiosità: nel medioevo il narciso veniva impiegato per realizzare filtri d'amore.